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STORIA
ultimo aggiornamento il 31/12/2008 | |
L'altopiano dove sorge l'attuale abitato di San Lorenzo del Vallo ha conservato dall'antichità, le tracce di una terra un tempo sommersa come testimoniano i vari ritrovamenti di conchiglie marine. La sua struttura geologica, inoltre, ha preservato varie sorgenti di acqua purissima motivo non secondario che ha permesso e facilitato l'insediamento umano. È difficile comunque, con le fonti a disposizione, fissare con precisione la nascita dei primi nuclei abitativi di San Lorenzo. L'imperatore Augusto nel costituire la provincia del Brutium inglobò anche un territorio chiamato Interamnium (terra posta tra due fiumi) in cui con molta probabilità ricadeva anche il territorio attuale di San Lorenzo. Tra gli scritti ritrovati si trova menzione di un accampamento militare romano dal nome appunto di Castrum (dal latino accampamento militare) Laurentum. Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente si succedettero i Visigoti, con il loro Re Alarico, (che la leggenda vuole seppellito nei pressi dell'odierno capoluogo di provincia Cosenza) i Goti e i Longobardi. Dalla tradizione e dalla toponomastica sono evidenti le derivazioni di origina Greca, ma anche il timore delle scorribande degli Arabi e dei Saraceni provenienti dal mare. I più anziani abitanti di San Lorenzo ricordano anche una filastrocca che riportiamo: "All'erta, all'erta li campani sona, Li Turchi su calati alla marina, Chi tena li scarpi rutti si li sola Che jiu mi l'haiu sulati stamatina"
attenti suonano le campane i Turchi sono scesi alla marina chi ha le scarpe rotte se le risuola che io le ho risuolate stamattina
L'arrivo dei Normanni si materializzò con Roberto il Guiscardo (l'astuto) giunto in Calabria per amministrare un feudo, conquistato in Calabria, non si sa se corrispondente al territorio ricadente nella fortezza di Scribla o al Castello di Jentilino. Successivamente al periodo Normanno il territorio di San Lorenzo divenne feudo del Caracciolo prima e dei Sanseverino dopo.
L'arrivo degli albanesi Tra i primi anni e la metà del XV secolo l'Albania fu teatro di un cruente attacco da parte dei Turchi. Gli albanesi guidati da Giorgio Castriota, detto Skanderberg, opposero una forte resistenza ai Turchi aiutati dal re di Napoli Alfonso d'Aragona. Castriota ricambiò in seguito l'aiuto dando un decisivo sostegno al figlio di Alfonso, Ferdinando, assediato nella città di Barletta. Fu probabilmente per questo che successivamente, dopo la morte di Skanderberg, la moglie, chiese e ottenne la possibilità di far emigrare in Italia gli Albanesi battuti dai Turchi. Fu così che si insediarono le comunità Albanesi nell'attuale provincia di Cosenza, favorite da due importanti accadimenti che in precedenza avevano spopolato gran parte dei paesi che furono ricostituiti dagli Albanesi: uno furono le cruenti lotte tra Angioini e Aragonesi che distrussero intere popolazioni, l'altro tre devastanti terremoti che colpirono molte comunità tra le quali quelle abitanti nell'attuale San Lorenzo. L'insediamento degli Albanesi, andò via via scemando a causa di vari motivi tra cui uno smembramento di feudi e un'eccessiva tassazione, così che molti degli abitanti di San Lorenzo si spostarono nell'odierna Spezzano Albanese determinando la sua crescita e anche l'attuale caratterizzazione di comunità albanese.
Gli Alarcon della Valle Mendoza Nel periodo tra il XV e il XVIII secolo San Lorenzo rimase sotto la giurisdizione della famiglia faudataria degli Alarcon della Valle Mendoza. Uno di questi, probabilmente don Andrea, fece edificare l'attuale Castello con l'intento di destinarlo a propria residenza come testimoniato anche dagli studi che furono compiuti nel corso dei vari restauri che si sono succeduti e che hanno fatto venire alla luce una divisione degli ambienti riconducibile ad una residenza di tipo privato. È questo il periodo in cui San Lorenzo conobbe un'importante crescita di tipo agricolo testimoniata dai resti dell'antica fabbrica di liquirizia della cui radice la zona è ancora oggi particolarmente ricca.
La figura del Beato Umile da Bisignano Agli inizi del 1600 un giovane Frate, Lucantonio Pirozzo noto successivamente come Frate Umile dell'Ordine di S. Francesco, venne inviato su richiesta di Don Andrea Alarcon presso il Convento di San Lorenzo, La richiesta era legata alla notizia, diffusasi tra le contrade, che il giovane Frate avesse compiuto più di un miracolo. Accolto con entusiasmo dalla popolazione visse un rapporto difficile con il padre guardiano al quale rivelò che il convento sarebbe andato in rovina se le Sante regole dell'Ordine non fossero state osservate. Oggi del Convento non resta che qualche rudere e , come previsto dal Frate Umile, nel suo perimetro sono ancora coltivate fave e ceci.
San Lorenzo diventa del Vallo Nel corso del XVIII secolo al nome San Lorenzo fu aggiunta, quasi certamente dal nome degli Alarcon Mendoza della Valle, la dicitura della Valle che nel corso del secolo successivo si trasformò nell'attuale del Vallo con riferimento, probabilmente, al Castello, dal latino Vallum.
Il resto è storia quasi certamente, come tutto il meridione d'Italia San Lorenzo conobbe l'invasione dei Francesi prima, il fenomeno del brigantaggio e le varie lotte contadine, senza dimenticare le due guerre mondiali alle quali anche la comunità di San Lorenzo contribuì con tanti uomini che diedero la vita per la difesa dell'Italia. Oggi San Lorenzo vive peculiarità e problemi diffusi nel Mezzogiorno, in primis un accentuato fenomeno di emigrazione, ma anche un ritorno all'agricoltura che vede, specie nella coltura dell'olivo, la sua più importante variabile di tipo economico.
Il Castello Nel periodo tra il XV e il XVIII secolo San Lorenzo rimase sotto la giurisdizione della famiglia feudataria degli Alarcon della Valle Mendoza. Don Andrea, con molta probabilità, fece edificare il Castello (alcune fondi sostengono che l'edificio, a destinazione militare, esistesse precedentemente) con l'intento di destinarlo a propria residenza per come testimoniato anche dagli studi effettuati nel corso dei vari restauri che si sono succeduti e che hanno fatto venire alla luce una divisione degli ambienti riconducibile ad una residenza di tipo privato. Sorge sul punto più alto dell'abitato, dal quale il proprietario poteva ammirare i suoi domini che si estendevano fino alle frazioni di Fedula e Jentilino. E' un complesso architettonico a tre livelli a forma quadrilatera con agli angoli quattro torri sopravanzate alla cui sommità troviamo una copertura a terrazzo delimitata con merlature a coda di rondine. Dopo il periodo dell'eversione feudale venne abbandonato e lasciato all'incuria del tempo. Nel 1995, con decreto di esproprio, divenne proprietà del Comune di San Lorenzo del Vallo che si è attivato per garantire il suo recupero e la sua conservazione. Nel 1978, con decreto del Ministero dei beni culturali è stato dichiarato ‹‹Bene di interesse storico-artistico››. Di particolare interesse sono i solai voltati, realizzati con una particolare tecnica costruttiva con l'impiego di elementi in terracotta a forma di tronco-conica detti "carusielli" tipica del Seicento in Calabria. Il territorio circostante il maniero è stato, negli anni interessato da diversi interventi di edificazione che ne hanno in parte alterato la suggestione del luogo. Oggi, terminata un ulteriore fase di restauro, è completato solo il piano terra, mentre una scala in ferro, frutto di antichi restauri, permette di accedere ai terrazzi. L'amministrazione comunale ha allo studio diverse ipotesi di destinazione d'uso per consentire alla cittadinanza, la fruizione di questo bene prezioso.
Il Castello Jentilino Il Castello Jentilino che nelle carte medievali è ricordato come "Castrum Jentilino" venne edificato probabilmente durante le prime invasioni saracene intorno al 950. È posto nel punto più stretto della valle dell'Esaro, di fronte l'attuale centro del paese, per difendere l'antica via Popilia e a guardia dei pericoli provenienti della navigabilità del fiume Esaro. Quel che rimane oggi è solo una piccola parte dell'intero edificio di fortificazione e presenta un ampio sotterraneo utilizzato, a seconda delle esigenza, come prigione o come serbatoio d'acqua. L'area del Jentilino, in località Concio è raggiungibile dalla frazione Fedula; nelle giornate di cielo terso si gode un panorama molto ampio che si perde verso l'azzurro del mar Jonio.
Zone archeologiche In località San Lorenzo su un fondo privato è stata rinvenuta una necropoli preellenica con tombe rettangolari. I ritrovamenti (armi, fibule e ornamenti) sono conservati presso il Museo di Crotone. In località Timpe Bianche, anche se non interessata a campagne di scavo, sono state rinvenute tracce di tombe, mentre in una zona a nord ovest dell'abitato un ritrovamento di monete è stato scoperto intorno al 1950. |
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